La storia dei pastori vestiti
Le figure presepiali dal quattocento al seicento
Quando apparvero per la prima volta nel quattrocento, le prime rappresentazioni plastiche della Natività non erano certo i tradizionali pastori vestiti, ma pastori di legno, policromo, di grandezza quasi al naturale e non snodabili. Non c’era molto spazio né all’espressività delle figure, né alla loro intercambiabilità. La collocazione era sempre nelle chiese.
Il seicento introdusse i manichini di legno snodabile, con la testa e gli arti divisi dal manichino ligneo. Cominciò, successivamente, una rivoluzione nella fattura delle figure presepiali, che videro l’uso contemporaneo di materiali diversi anche nello stesso soggetto: legno, cera e tela-plastica.
Importante, inoltre, la riduzione delle dimensioni dei pezzi, operata dalla fine del secolo. Dalla dimensioni piuttosto grandi in uso durante tutto il Seicento, si passò all’uso generalizzato delle “terzine”, cioè figure alte circa 40 centimetri.

Il ‘700: la nascita del pastore vestito in terracotta


Gli inizi del Settecento rappresentarono il secolo d’oro dell’arte presepiale: nacque il pastore vestito così come noi lo conosciamo. La testa iniziò ad essere realizzata in terracotta policroma, materiale che consente una maggiore espressività rispetto al legno e, soprattutto, una più veloce esecuzione. Gli occhi di cristallo erano fissati in cavi eseguiti precedentemente nella testa. Il manichino era realizzato in ferro “cotto” lasciato, cioè, per un periodo nella cenere per conferirgli la duttilità, caratteristica specifica per creare il movimento delle figure. Le figure erano poi completate con la vestitura che si ispirava ai costumi tradizionali delle Province del Regno di Napoli, non quelli di tutti i giorni ma quelli delle ricorrenze importanti. Gli artigiani utilizzavano a tale scopo sete e velluti impreziositi da magnifici ricami, le mussole e i galloni più pregiati per abbigliare i pastori con la massima ricercatezza. In effetti tutta la produzione dei pastori settecenteschi stava a simboleggiare una sorte di “festa grande” per omaggiare degnamente la nascita di Cristo Redentore.
San Gregorio Armeno e i suoi pastori artigianali
Questo metodo è tuttora usato dagli artigiani e figurinai in via San Gregorio Armeno a Napoli, che realizzano sotto gli occhi dei numerosi turisti elaborati e preziosi pastori in stile storico o popolare la cui dimensione varia da pochi centimetri alla grandezza naturale.

